lunedì 21 maggio 2012

Fufy...o del perche` sono furiosa


Il 21 agosto 2004 e` stato uno dei giorni piu` belli della mia vita. Sono diventata zia. Le zie sono spesso marginalizzate. In Italia, per esempio, esiste una festa della mamma, una del papa`, di recente e` stata istituita anche la festa dei nonni. Gli zii e le zie non esistono. La mia nipotina si chiama Fufy per parenti e amici. Gliel'ho dato io questo nome, quando aveva appena un giorno di vita e sembrava un gattuccio spelacchiato.
Fufy e` una bimbetta simpatica e vispa. Adesso ha sette anni e mezzo e fa gia` la terza. Purtroppo viviamo lontane. Lei a Napoli e io in Inghilterra. Ma ci sentiamo spesso via computer. Fufy sposta la mammma dalla sedia, si accomoda davanti al pc e mi fa le pernacchie. A carnevale ha rifiutato di vestirsi da damina come molte delle sue compagne di scuola e ha preferito invece vestire i panni di un personaggio che le somiglia molto: Pippi Calzelunghe.
In questi giorni ho avuto modo di interagire con diverse donne che, forse spaventate dal mio essere "furiosa", mi hanno invitata alla calma. "Io sono serena", mi ha scritto una "collega" su Facebook. Io proprio serena serena non lo sono. Insomma, come ho gia` scritto, sono abbastanza incazzata. Tuttavia, allo stesso tempo, e non necessariamente deve esserci una contraddizione tra i due stati d'animo, sto accettando quello che mi e` successo e le sue conseguenze. Conseguenze che includono, ad esempio, la menopausa a 30 anni. Sto imparando, e ogni giorno mi riesce sempre meglio, a guardare in faccia la paura di morire e a ripetermi che dobbiamo morire tutti. L'unica differenza e` che forse a me potrebbe toccare prima di altri.
La furia, quella vera, quella che si scatena quando temi che l'ombra del pericolo possa distendersi su chi piu` ami, mi prende quando penso alla mia Fufy. Il pensiero che anche lei, in eta` piu` o meno giovane, possa vivere la stessa esperienza che ho vissuto io mi fa letteralmente uscire di senno. Il rischio esiste. E non perche` Fufy abbia una zia ammalatasi precocemente, ma perche` il numero di casi, soprattutto tra le giovani, sta aumentando. Lo ha rilevato persino la Commissione Sanita` del Senato lo scorso anno:

"A fronte di un’incidenza sempre maggiore di questa patologia (l’incremento negli ultimi 10 anni è stimato attorno al 25 per cento), e con un rischio medio di 1 su 9, per le donne europee, di sviluppare un cancro della mammella nel corso della vita, non è possibile non inserire questa patologia nel novero delle problematiche sanitarie a forte impatto sociale, in considerazione, oltretutto, del numero di donne colpite sotto i 50 anni.[...] In Italia il tumore al seno rappresenta la prima causa di morte nella fascia di età  tra i 35 ed i 50 anni; ogni anno tale patologia viene diagnosticata a circa 40.000 donne: tra queste il 30,4 per cento ha un’età inferiore a  44 anni, mentre il 35,7 per cento è compreso tra i 44 e i 65 anni e il rimanente 34,1 per cento riguarda le donne over 65. Mediamente, una donna su otto sviluppa un carcinoma mammario nel corso della propria vita [...] Il carcinoma mammario è una malattia complessa le cui cause, a tutt’oggi, non sono state ancora chiarite [...] Il tema dell’incidenza del cancro della mammella nelle donne al di sotto dei 45 anni rappresenta una problematica di grande rilevanza socio-economico e una sfida sanitaria non più dilazionabile. Purtroppo sono sempre di più i dati che confermano una grave carenza nel ricorso alla diagnosi  precoce da parte delle giovani pazienti che, rispetto alle donne più anziane, hanno maggiori rischi in termini di dimensione del tumore e di metastasi linfonodali.[...] Non va dimenticato inoltre che le giovani donne hanno un’alta incidenza di neoplasie biologicamente più aggressive, un’alta incidenza di lesioni poco differenziate, ormono-negative, aneuploidi e con alta percentuale di cellule in fase-S. Si stima che la probabilità di morire per un carcinoma mammario in donne con meno di 40 anni sia di circa il 52 per cento maggiore rispetto alle donne con più di 40 anni


Se la tendenza e` questa e considerata l’assoluta mancanza di ricerche sulle cause della malattia che mirino ad identificarle e rimuoverle, come si fa a guardare le proprie nipotine e le proprie figlie ed essere “serene”? A dispetto di anni e anni di studi, i casi aumentano e la fascia di rischio si abbassa sempre di piu`. Personalmente sono terrorizzata e, se penso che quello che e` successo a me potrebbe succedere alla mia Fufy, allora si` che mi infurio. E che non mi si venga a dire la solita frase da buonismo pinkizzato rassicurante “stai serena”. Stare serene di fronte a tutto cio` non significa solo mettersi i prosciutti sugli occhi. E` un gesto di enorme egoismo. Io non ci sto! E con me, sono sicura, non ci stanno molte altre donne che sanno bene cosa e` successo loro e non permetteranno che succeda alle loro piccole Fufy.

5 commenti:

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  3. Proprio ieri io e mia madre abbiamo avuto un'interessante discussione sulla necessità di essere "massicce e incazzate".
    L'incazzatura sola non porta a niente, ma unita con la massiccezza credo porti a quello che tu chiami "essere furiosa" e che ci permette non solo di andare avanti senza piangerci addosso manco l'avessimo voluto noi, ma anche -e soprattutto- a continuare a chiedere "perché" e a pretendere risposte.

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  4. Se sto qui a "discutere" con te e Lol è solo grazie alla mia TIGNA e all'innata propensione alla polemica..."tanto dobbiamo morire"(frase del pischelletto alla manifestazione del 15 ottobre a Roma) infatti, ma prima voglio scocciare tutto! Si certo, le medicine che prendiamo ci impongono di stare calme, ma la gente non lo sa che "o vittoria o morte", nel senso che o si va fuori di testa o si è incazzate! Oggi, giornata di puntura, poi c'ho le ovaie più secche del solito, quindi attenzione! ;)

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