venerdì 27 luglio 2012

Angelo di nome e di fatto

Ogni volta che varco il cancello di quell'ospedale ti rivedo passeggiare in vestaglia nel parco antistante. Oppure affacciato alla finestra del secondo piano. Quella da cui adesso sporge la cassetta col motore dell'aria condizionata. Allora non c'era. Era il 1988 e tu, nonno, in quell'ospedale ci stavi perche` ti avevano diagnosticato un cancro al polmone. Trattabile. "Facciamo l'intervento, poi la chemio e gli diremo che puo` fumare due o tre sigarette al giorno. Lui ne fumera` quattro, ma va bene lo stesso. Gli guadagneremo almeno cinque anni di buona vita". Cosi` aveva detto il medico che doveva operarti. Il cancro era circoscritto e mamma tiro` un sospiro di sollievo. Io venivo a trovarti, ma rimanevo nel parco. I bambini non li facevano entrare. Tu ti affacciavi alla finestra, alto e magro, con la tua vestaglia rossa sembravi un figurino. Sorridevi e mi salutavi. Eri un Angelo, di nome e di fatto.
Te ne sei andato veloce un pomeriggio di fine ottobre. Lo stesso giorno, dodici anni dopo, la tua 'scimia', io, ha sentito per la prima volta una pallina dura sotto il capezzolo destro. L'operazione era andata bene, eri stato dimesso. "Adesso si deve rimettere, cosi` poi cominciamo la chemio", aveva detto il dottore. Ed eri tornato a casa. Mamma era contenta di nuovo. Il giorno dopo stavamo per metterci a tavola, quando hanno chiamato dicendo che tu non stavi bene, avevi la febbre. Mamma e papa` sono corsi da te, io sono rimasta a casa e ho pensato "Uffa, e` sempre malato". Dovevo andare a giocare con Sara e Michele quel pomeriggio e, invece, per colpa tua mi avevano lasciata a casa con mia sorella, tua nipote.
Ho saputo che eri morto a funerale gia` fatto. Ho pianto, tanto. E mi sono sentita in colpa per quello che avevo pensato. Allora pero` non sapevo perche` eri morto. Eri morto e basta. E questo bastava a farmi star male. E non mi avevano permesso di darti un ultimo bacio e di sentire un'ultima volta i tuoi baffi pungermi le guance.
Adesso so, nonno. Tu non sei morto per il cancro. Hai avuto una tromboembolia polmonare. Un grumo di sangue e` partito dalle tue gambe lunghe lunghe e si e` incastrato nel polmone. E tu non hai respirato piu`.
Tu fumavi, nonno. E forse il cancro al polmone l'hai avuto per questo. Da allora, pero`, tante cose sono cambiate. Adesso di cancro al polmone non si ammalano piu` solo i fumatori, ma anche chi non ha mai fumato in vita sua. E se prima si ammalavano di piu` gli uomini, adesso si ammalano anche tante donne. E comunque, anche se c'e` il fumo di mezzo, chi ci assicura che sia proprio quello a causare il cancro - e le forme piu` aggressive stanno diventando sempre piu` frequenti - e non soprattutto gli scarichi delle macchine, l'amianto che si insidia dovunque, persino nelle scuole, negli asili e negli ospedali e chissa` che altro?
Il mondo e` diventato un posto bruttissimo nonno. Il capitalismo mostra il suo volto di assassino e noi non sappiamo cosa fare. Finalmente, pero`, ho capito perche` te ne sei andato cosi` presto. Un Angelo di nome e di fatto come te, in un mondo cosi` non ci poteva stare.

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