La vera corsa per il cancro al seno e` scoprirne la causa

di Susan Love*



La decisione della Fondazione Susan G. Komen for the Cure di tagliare drasticamente i finanziamenti per gli screening mammografici a Planned Parenthood ha suscitato forte indignazione la scorsa settimana. Ancora una volta subdoli tatticismi politici mettono a rischio la salute delle donne.

L’irritazione diffusa ha costretto Komen a fare marcia indietro e ha senz’altro rinvigorito il movimento per la salute delle donne. Una questione importante e`, tuttavia, sfuggita: le donne sono state portate a credere che lo screening sia la migliore forma di prevenzione.

In realta`, non conosciamo ancora le cause del cancro al seno, il che significa che non sappiamo ancora come prevenirlo. Questa situazione ci ha portato a focalizzarci sui tumori gia` formatisi, una pratica basata sulla convinzione che tutti i tumori sono uguali, crescono alla stessa velocita` e sono visibili nel seno per un certo periodo di tempo prima di diffondersi. Secondo questa logica, individuare il cancro precocemente salverebbe vite.

Il primo studio riguardante l’efficacia dello screening effettuato a New York negli anni ’50 su donne in post-menopausa mostrava una diminuzione del 30% dei decessi per cancro al seno. Si penso` quindi che estere lo screening a donne piu` giovani ed effettuare i controlli piu` spesso avrebbe ulteriormente “migliorato” le statistiche e “sconfitto” il cancro al seno.

A distanza di decenni quelle percentuali non sono cambiate, nonostante l’utilizzo di macchinari sempre piu` sofisticati: lo screening mammografico diminuisce del 15-20% la mortalita` per cancro al seno nelle donne sopra i 50 anni.

Perche` la situazione non e` migliorata? Esistono almeno 5 tipi diversi, e probabilmente anche di piu`, di tumori al seno che crescono e si diffondono a velocita` diverse. Alcuni sono cosi` aggressivi che si sono gia` diffusi prima che siano visibili con la mammografia. Altri, invece, non si diffondono e non necessitano di essere trattati.

La complessita` del quadro spiega perche` la mammografia non ha ulteriormente ridotto la mortalita`. I raggi X identificano alcuni tipi di cancro quando si puo` ancora intervenire e salvare la vita della paziente, ma non e` sempre cosi`. Stime effettuate in Gran Bretagna l'anno scorso rivelano che in un gruppo di 400 donne tra 50 e 70 anni sottopostesi a controlli regolari per dieci anni, la mammografia previene la morte solo di una.

Questo vuol dire che dobbiamo smettere di fare la mammografia? No, per il momento e` lo strumento migliore che abbiamo a disposizione. Ma bisogna cominciare ad elaborare altri approcci per fare si` che la mortalita` diminuisca.

Consideriamo il cancro della cervice uterina. Prima facevamo il Pap Test; adesso con il vaccino per il virus HPV dovremmo riuscire a prevenirlo del tutto. E` su questo che dovremmo concentrare i nostri sforzi e i nostri soldi: scoprire le cause del cancro al seno, per fare in modo che la malattia non si sviluppi piu` in nessuna donna.

Alla Dr. Susan Love Research Fundation, per esempio, facciamo ricerca sulle cause e stiamo incoraggiando i ricercatori a reclutare piu` di 360.000 donne, con o senza il cancro al seno, il nostro Army of Women (Esercito di donne), che si sono offerte di aiutarli a identificare le cause della malattia e fermarla per sempre. Oltri gruppi, compresa Breast Cancer Action e Avon Foundation, si concentrano di piu` sulle potenziali cause ambientali. La National Breast Cancer Coalition ha fissato per il 2020 la data ultima per trovare il vaccino per il cancro al seno.

Dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce quando pensiamo che l'assistenza sanitaria sia in pericolo, ma non possiamo accontentarci dello status quo. Dobbiamo fare un ulteriore passo avanati nella lotta al cancro al seno e passare al livello successivo, dallo screening per tumori che gia` esistono, oltre la cura, per arrivare alla causa. La prevenzione vera e` questa.

*Susan Love e` una chirurga senologa statunitense. E` docente presso la David Geffen School of Medicine dell'Universita` della California, Los Angeles (UCLA). E` presidente della Dr. Susan Love Research Foundation. Questo articolo e` stato pubblicato sul New York Times il 6 febbraio 2012. 

6 commenti:

  1. Buongiorno , ho letto qualcosa a proprosito di questo blog sul sito del fatto quotidiano, io sono uno psicologo e mi spiace vedere come le persone nonostante le buone intenzioni le speranze e la voglia di capire si facciano costantemente piegare e accecare dalle minacce , promesse ed infine illusioni dei medici. Siamo davvero convinti che quaesta categoria di persone incluse quelle che fanno ricerca siano in grado data la loro impronta ed impostanzione mentale, di capire la "causa" o per meglio dire il senso di quello che ci capita, di quello che noi chiamiamo sintomi.
    Anche il concetto di metastasi per quanto possa sembrare eloquente resta soltanto un'interpretazione e un'ipotesi per altro davvero fuoriviante.
    Non mi va di sembrare provocatorio o misterioso ma il fatto è che quello che la stragrande maggioranza della classe medica sta facendo su scala mondiale è un'emerita idiozia, un'operazione di svalutazione della perfezione dell'essere umano in ogni sua parte, un riduzionosismo estremo di quello che è il comportamento del corpo umano di per se "sensato".
    Questo ancora non l'hanno e non lo potranno capire, il corpo ripara si, reagisce alle nostre conflittualità, ci dice in che direzione stiamo andando, sia per quanto riguarda la guarigione sia per quel che riguarda la "malattia"...il corpo ripara e quindi dipende dal tessuto interessato il tipo di sintomo mostrato solo così possiamo capire....la diagnosi di cancro al seno non significa che siamo in pericolo...ci sono diversi tessuti all'interno del seno, così come ce ne sono nel polmone e nel fegato e tutti questi tessuti differenti reagiscono in modo diverso e mostrano comportamenti tessutali differenti in base allo stadio in cui ci troviamo...il cosiddetto tumore non invade a priori tutto l'organo in cui cresce ma solo il tessuto di quell'organo a cui appartiene , per non parlare che spesso il cosiddetto gonfiore (da qui l aparola Tumore ) è una forma di riparazione di quello stesso tessuto , il gonfiore da questo punto di vista (cosa che i medici non hanno ancora compreso e vanno ad aggredire con "cure" improbabili che levano forza e autostima creando ancora più conflitti e quindi altri tumori) è un riempimento , un'operazione di ricostruzione del tessuto precedentemente ulcerato, nel caso del cancro al seno se gonfiano i dotti lattiferi che sono ectodermici ci troviamo nella fase di soluzione , nella cosiddetta guarigione da un conflitto di separazione o del partner o del figlio (dipende se seno destro o seno sinistro) se il gonfiore aumenta dipende solo dal fatto che cadiamo costantemente in una recidiva del nostro conflitto primario se lo risolviamo e stiamo meglio nella nostra vita e nel rapporto specifico verso chi eravamo in conflitto il gonfiore si ferma , se invece il gonfiore riguarada la ghiandola mammaria allora lìè differente abbiamo un conflitto attivo , il tessuto è differente , il nostro figlio è in periclo di morte non può più nutrirsi da solo la ghiandola mammaria cresce per dare più latte, questo avviene anche se mio figlio ha 30 anni , per me è comunque in pericolo ed io reagisco BIOLOGICAMENTE per dargli più latte , questa è la meraviglia del corpo umano.....questo esempio vale per tutti i tessuti del corpo umano...Un saluto e auguri Matteo

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  2. Capisco benissimo l'ideologia psicologica e mi auguro solo che non sia la giustificazione primaria per non fare della prevenzione la nostra scelta di guerra.

    Una volta hanno chiesto a un saggio se credesse nel libero arbitrio..-"Sì disse, se abitassi da solo in questo Mondo"..cioè, le nostre sofferenze oppure decisioni purtroppo oltrepassano qualsiasi tipo di utopico benessere desiderato per le nostre cellule mammarie o meno, tanto condizionati siamo, per forza, dai nostri affetti e dai nostri impegni quotidiani..Bisognerebbe forse abitare come Il Piccolo Principe? Ma sarebbe una vita troppo da soli ed invece siamo parti di un DIvino universo..

    - perciò credo che tifo per le amazzone..penso che finchè c'è guerra..c'è speranza" :) Sigrid



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  3. Come "una vita troppo da soli"..?...noi viviamo in branco che ci piaccia o meno e come dici bene anche tu, abbiamo delle esigenze e sottostiamo a dei condizionamenti nonchè rispondiamo bene o male a delle necessità...io in realtà non pretendevo di giustificare né di parlare di una qualche psicologia misterica, il riferimento era ad una specifica e sempre presente "risposta biologiica all'ambiente" che c'è e c'è sempre stata da quando esiste la prima cellula areobica , dai nostri avi fino ad oggi e che rispecchia il nostro adattamento la nostra evoluzione.
    Se esiste come organo e come tale e in quel modo si è sviluppato fino ad oggi , ad esmpio la mammella, è stato per rispondere a determinate esigenze e come tale è perfetto e sufficiente a quello che accade intorno a noi ovvero per nutrire , per "accudire" per sentirsi a casa il cosiddetto "Nido", se io so che la ghiandola mammaria si è evoluta per rispondere a determinate necessità che non si rivolgono solo al nutrimento del neonato ma come tessuto risponde anche alle esigenze del nido (ad esempio nella nostra società ma anche in altre tale esigenza è la casa, il focolare, ciò che mi protegge), allora tale tessuto può reagire in un contesto di vita dove , ad esempio, io vengo sfrattato e mi mettono i mobili in strada...è ovvio che non si tratta di un problema psicologico ma di una faccenda ben più drammatica e immediata che richiede una risposta biologica e istintiva , tutto viene mediato dal cervello è chiaro ma (se ad esempio prendiamo la mammella) solo un'area del cervello è specifica per quell'organo e si attiva in concomitanza con quello speficio vissuto (quindi vissuto del nido o del nutrimento "mio figlio rischia la vita!) se ad esempio quella specifica persona non vivesse quel sentimento relativo al nido ma sentisse invece una sorta di "devo fare assolutamente qualcosa , ho le mani legate, devo fare in fretta" allora si attiverebbe la tiroide (ipermetabolismo per fare più in fretta), se io conosco queste correlazioni posso mettere la persona nella strada più idonea , normalmente la crescita del tessuto non avviene dall'oggi al domani ma è una somma "con recidive costanti" dello stesso conflitto...ad esempio la tiroide inizia con un aumento di funzionalità , cioè a livello medico si nota solo una modifica della quantità di ormaoni tiroidei ma se il conflitto avesse più e più recidive e fosse prolungato nel tempo (non risolvo mai del tutto la faccenda) allora il corpo reagisce aumentando la massa (quello che verrebbe diagnosticato come tumore tiroideo) per dare più tessuto, per offrire più organo perchè quello che avevi fino ad oggi a disposizione non è stato sufficiente...questa è la perfezione del nostro adattamento , non un qualcosa di maligno!

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  4. Dove e come se ne può sapere di più su questa teoria dell'adattamento come causa dei tumori per cortesia?

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  5. Buongiorno, non solo come causa dei tumori ma della modalità che ogni tessuto ha di reagire, reagire per se stessi e per il branco sulla base della divisione embriologica di conseguenza di ogni sintomatologia sempre che l'individuo giunga all'espressione del sintomo....non sono teorie ma leggi biologiche in tutto formalmente 5 e per quanto riguarda la loro spiegazione può avere una breve ma abbastanza dettagliata introduzione sul sito www.nuovamedicinagermanica.com, sono le leggi scoperte dal dottor Hamer, sia chiaro che nessuno vuole convincere nessuno ma siccome andiamo su un terreno assai sensibile e ormai dove è stato scritto di tutto e contro tutti coloro che offrono supporto e terapia che si discostano dalla medicina ufficiale, è chiaro che si possono avere per indottrinamento delle reazioni di repulsione ma il punto qui è riuscire a dare un senso finalmente a quello che davvero rappresenta la nostra natura e fino ad oggi soprattutto la classe scientifico-medica ha fatto di tutto per tenere il paziente schiavo della propria sintomatologia chi in buona fede chi volutamente e questo ha condotto l'essere umano (per fortuna l'animale non ancora fatta qualche eccezione a volte per cani e gatti) ben lontano dal proprio sentito biologico e soprattutto dalla possibilità di adattarsi o uscire da un determinato circolo vizioso , distorcendo completamente il senso della vera natura umana, umiliando e riducendo l'essere vivente ad un mero corpo destinato ad ammalarsi per sfiga scientifica o genetica. saluti Matteo

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  6. Peccato che un post così profondo, autentico e anticonvenzionale, che condivido parola per parola, sia stato commentato da seguaci della teoria di Hamer, lontani anni luce dal pensiero e dalla cultura della Love ... La Prevenzione vera rimane quella primaria, sulle cause; la prevenzione secondaria, ovvero la diagnosi precoce, utile nel ridurre la mortalità del 20% (dato condiviso dalla Love) è un ripiego, cui non rinunciare affatto in mancanza d'altro, ma non l'obiettivo. Bellissimo Post.

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